Foto: DZ/Matija Sušnik
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Gran parte dei gruppi parlamentari a favore della proposta di emendamenti alla legge sul salario minimo; nella presentazione delle posizioni sono comunque emersi pareri discordanti e alcune riserve sui contenuti dell'iniziativa e per il modo in cui è stata affrontata. Anche il governo si è impegnato per un maggiore dialogo sociale nell'affrontare singole soluzioni previste dalla proposta di emendamenti. Il testo, messo a punto dal partito Levica-Sinistra e appoggiato formalmente dalla coalizione di governo, prevede che la retribuzione minima passi nel 2019 dagli attuali 638 a 667 euro netti, per salire e 700 nel 2020. Nel 2021 verrebbe introdotta una formula per il calcolo dell'ammontare del salario minimo, che dovrebbe risultare almeno il 20 per cento superiore al costo della vita. Durante l'esame in prima lettura della proposta è emerso come detto un sostanziale sostegno, ma con determinati distinguo, legati in primo luogo all'assenza di un vero dialogo sociale nella sua messa a punto, come evidenziato dal partito democratico e da quello del centro moderno. Per il Partito Alenka Bratušek è assolutamente necessario garantire un aumento del salario minimo, alla luce del recente ritocco che ha riguardato i sussidi sociali. Non è possibile, è stato rilevato, che chi lavora a tempo pieno percepisca soltanto qualche decina di euro in più di chi invece vive con gli aiuti dello Stato. La Lista Šarec ha invece respinto le critiche secondo cui sarebbe mancato un sufficiente dialogo sociale, considerate le riunioni del consiglio economico sociale, ritenuto sede adeguata per affrontare il tema. Critiche poi dei socialdemocratici per la lettera indirizzata al governo e ai ministri dai datori di lavoro; missiva in cui si chiede all'esecutivo Šarec di rivedere il progetto che porterà, dicono, ad un sensibile aumento del costo del lavoro, con gravi conseguenze per l'economia nazionale.