La curva dei contagi giornalieri in Croazia è molto discontinua, si sale e si scende di giorno in giorno per decine di casi, tuttavia i numeri rimangono piuttosto alti e ricordano quelli della fase acuta dei mesi scorsi. Sono 67 i casi accertati nelle ultime 24 ore contro gli 85 dell'aggiornamento precedente e i 56 di venerdi scorso. Gli ultimi dati sono stati esposti dal Comando nazionale della protezione civile che, come detto. si attendeva una risalita dei contagi ma non così accentuata. I due maggiori focolai rimangono la città di Zagabria con ben 44 nuovi casi e nel mirino ci sono i locali notturni. E poi la città di Đakovo nella regione di Osijek e della Baranja dove il virus è stato importato dalle suore del locale convento, al ritorno da un viaggio in Kosovo. Nessun nuovo contagio in Istria. Confortante il fatto che nessuno dei 435 pazienti nel paese è attaccato al respiratore artificiale. Secondo il dottor Marko Kutleša a capo del reparto di terapia intensiva della clinica per malattie infettive di Zagabria, il ritorno del contagio a livelli preoccupanti sarebbe da attribuire alle misure di allentamento introdotte troppo in fretta, stesso discorso per la riapertura dei confini. E di queste leggerezze, a suo modo di vedere, ora si pagano le conseguenze. Purtroppo, cosi ancora il suo pensiero, su certe decisioni il peso maggiore lo ha la politica mentre gli esperti vengono interpellati solo quando la situazione si fa critica. Intanto fioccano le prime denunce e multe per chi non usa le mascherine sui mezzi di trasporto pubblico mentre nei centri commerciali c’è ancora qualche margine di tolleranza che si va assottigliano sempre più. E a Zagabria, l'ufficio per i casi di emergenza in giornata ha distribuito due mascherine a ogni tassista della capitale.

Valmer Cusma

Foto: Reuters
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