Rimane in salita la strada verso un accordo sul recovery Fund. La prima giornata di lavori del Consiglio europeo straordinario, il primo in presenza dall'inizio della pandemia, convocato per trovare una posizione comune sui provvedimenti per la ripresa economica e il bilancio pluriennale 2021-2027, ha confermato la distanza fra i paesi cosiddetti “frugali”, che chiedono precise garanzie e controlli per concedere dei fondi, oltre alla riduzione della somma totale, i paesi più colpiti dalla pandemia come l’Italia, ma anche Spagna e Francia, che pretendono libertà nell’utilizzo dei finanziamenti, e il gruppo di Visegrad che chiede un fetta maggiore dei 750 miliardi di euro previsti.
Al suo arrivo al vertice il premier olandese Mark Rutte ha detto chiaramente che ci sono il 50 per centro di possibilità di raggiungere un accordo sul Recovery Fund "entro domenica" confermando di voler "vedere le riforme" in cambio degli aiuti.
Una posizione difficilmente conciliabile con quella dell’Italia ad esempio, la potenziale maggior beneficiaria dei finanziamenti, che invece chiede di avere ampia discrezionalità nell’uso dei fondi: “Ho piena consapevolezza – ha detto Giuseppe Conte - delle divergenze esistenti ma anche forte determinazione che dobbiamo superarle nell'interesse di tutti i cittadini europei".
Un tentativo di mediazione è giunto da Angela Merkel che ha invitato a "guardare in faccia alla realtà" della crisi: "Tutti – ha detto - devono davvero essere disposti a scendere a compromessi in modo da poter ottenere qualcosa di buono per l'Europa".
In richiamo era giunto anche dalla Presidente della Bce, Christine Lagarde, che aveva sottolineato come, perché il fondo per la ripresa europeo raggiunga il suo pieno potenziale occorrano “solide politiche strutturali concepite e realizzate a livello nazionale".

Alessandro Maretgani

Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO