Furio Radin Foto: La voce del popolo/Ivor Hreljanović
Furio Radin Foto: La voce del popolo/Ivor Hreljanović

Il 2020 è stato un anno difficile a causa dell’emergenza epidemica, ma dal punto di vista politico come lo definirebbe?

"Il 2020 è stato complicato in tutti i sensi. In Parlamento perché abbiamo dovuto cambiare tante cose dal punto di vista funzionale, ci siamo informatizzati molto presto, abbiamo ridotto il numero di presenze e adottato un sistema a rotazione; una cosa complicata, ma che molto stranamente è riuscita. Poi per quanto riguarda i contenuti siamo riusciti a terminare il programma annuale nonostante i numerosi temi che non ci aspettavamo e legati tutti all’emergenza Covid-19. In questo contesto spesso abbiamo parlato di molte cose con sicurezza e conoscenza relativa, aspettiamo adesso i risultati, poi dovremmo fare tesoro di questa brutta esperienza e cercare sopratutto di non mescolare l'ideologia con fattori che sono comuni a tutti noi perché la sopravvivenza è più importante di qualsiasi motivazione politica".

Pandemia permettendo, il 2021 sarà impegnativo per la Croazia: censimento, amministrative….

"Per quanto riguarda il censimento questa volta lo teme anche la maggioranza, perché ci sono problemi demografici di vecchia data: diminuisce il numero delle nascite, le famiglie hanno uno, al massimo due figli e qui, volendo fare un’analisi sociologica e capire le ragioni, si potrebbe parlare per ore. L’altro problema è rappresentato dell’emigrazione economica. Quindi, tutti temono questo censimento che poi sarà condotto con modalità diverse, ovvero saranno intervistate solo le persone che saranno a casa nel momento in cui arriverà l’intervistatore. Sarà una prova difficile. Lo sarà anche per noi, per la nostra comunità, perché abbiamo una popolazione anziana, mentre i giovani invece sono spesso figli di matrimoni misti e dunque di genitori etnicamente diversi. Perciò oltre che a un calo fisiologico sono possibili anche cali di ragione – diciamo così- sociologica. So che l’Unione italiana si sta preparando. Quello che si può fare è intervenire come 10 anni fa, sensibilizzando tutti i connazionali e invitandoli a dichiararsi italiani. Bisogna far capire a tutti che, a differenza di altre minoranze, noi accettiamo il censimento che in un certo senso è collegato ai diritti che abbiamo, che i numeri sono importanti sì, ma solo fino ad un certo punto visto che siamo minoranza proprio perché siamo in pochi".

A maggio poi le amministrative e si rischiava di perdere i vicesindaci italiani?

"Quest’ultimo è un problema superato. Dove gli statuti prevedono un vicesindaco italiano, questo ci sarà. A differenza della maggioranza che in molti casi perde un vicesindaco, quello delle comunità nazionali continuerà ad esserci perché è un diritto acquisito. Per quanto riguarda le elezioni locali io come sempre spero che prevalgano le formazioni politiche che sono più sensibili nei confronti della CNI e che sono più vicine all'aspetto umano della politica. La politica, che per definizione è un’arte nobile, dovrebbe – anche se invece spesso è corrotta - amministrare il benessere delle persone e perciò noi siamo vicini ai partiti che sono più vicini alla gente e nello specifico nostro a quelli che sono più vicini alla CNI".

Nel 2021 ricorderemo pure i 30 anni di Unione Italiana

"Mi pare ieri l’anno in cui abbiamo celebrato i venti e poi i venticinque e ora i trenta. Non va dimenticato però quello che c’era prima del 1990 ovvero l'Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume che - aldilà del controllo partitico che c’era in quei tempi - era formata da tanta brava gente ed erano persone delle stesse famiglie che ci sono oggi. C’era molta brava gente e poi c’erano quelli che erano meni bravi degli altri, però non dobbiamo dimenticare che se in quei tempi si è riusciti a sopravvivere è stato anche grazie all’UIIF per cui sono molti di più di 30 anni".

Il 2020 invece si è concluso con l’importante incontro con il ministro degli esteri Luigi Di Maio

"È stato un bell’incontro e voglio ringraziare l’ambasciatore Sacco per averlo organizzato. Un colloquio costruttivo dove abbiamo presentato alcune questioni emerse recentemente, come pure alcune problematiche che ci affliggono da tempo, come ad esempio il rapporto con l’Università popolare di Trieste. L’Unione Italiana, nonostante gli attacchi di alcuni giornali che credono a fonti poco attendibili, continua ad essere il punto centrale e di riferimento della CNI. C’è un’opposizione che la pensa in modo diverso, ma che democrazia sarebbe se non ci fosse un’opposizione che la pensa in maniera diversa? Tra due anni ci saranno le elezioni e come si dice? Vinca il migliore!".

Gli auspici per il 2021?

"L’augurio è di rimanere sani e sconfiggere questo maledetto virus che ha cambiato le nostre vite, i nostri rapporti perché gli uomini non sono nati per tenersi a distanza né fisica né emotiva ma, al contrario, sono nati per stare vicini. Se nei primi mesi dell’anno dovremmo continuare a stare distanti fisicamente rimaniamo almeno vicini con il cuore".

Lionella Pausin Acquavita