La delegazione russa ha deciso di non presentarsi alla prima udienza del Tribunale internazionale dell'Aja in merito all'invasione russa dell'Ucraina. La riunione ha lo scopo di fornire una valutazione legale dei crimini di guerra della Federazione russa nel contesto della comunità internazionale. Il caso è stato portato dinnanzi alla Corte già due giorni dopo l'inizio del conflitto, quando l'Ucraina ha accusato Mosca di aver violato la Convenzione sul genocidio per giustificare la sua operazione militare. Il segretario di Stato americano Antony Blinken, durante il suo tour nei Paesi dell'Europa orientale membri della Nato, ha fatto sapere che gli Stati Uniti hanno visto segnalazioni di abusi russi in Ucraina, quali rapporti "molto credibili" di attacchi deliberati contro civili. Immediata la replica del Cremlino che afferma di avere prove su un programma biologico militare, finanziato dagli Stati Uniti e sviluppato in Ucraina. Da Mosca arrivano al contempo i primi segnali di disponibilità con l'annuncio di una tregua e l'apertura di corridoi umanitari. Per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si tratta però di una decisione completamente immorale, visto che alcuni di questi corridoi si dirigono verso Russia e Bielorussia. Il Cremlino ha nel frattempo appoggiato anche l'iniziativa di Rafael Grossi, direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, che ha proposto un incontro trilaterale per garantire la sicurezza degli impianti nucleari ucraini. Il meeting non può però tenersi a Chernobyl, hanno sottolineato le fonti russe, ricordando che ci sono altre capitali mondiali disposte ad ospitarlo. Per quanto concerne invece i colloqui negoziali, Pechino si è detta pronta a ricoprire il ruolo di mediatore per facilitare il dialogo ed arrivare al più presto ad un necessario accordo di pace tra Mosca e Kiev. La decisione è stata presa sulla base di "un'amicizia solida e duratura con la Russia, una relazione apprezzata per la sua indipendenza che si basa sulla non alleanza, sul non confronto e sul non prendere di mira qualsiasi terza parte".

Maja Novak

Foto: Reuters
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