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II ministri degli Esteri dell'Ue hanno raggiunto un accordo sulla sospensione dell'accordo con la Russia risalente al 2007 per la facilitazione dei visti. La decisione arriva dopo settimane di pressione da parte dei Paesi membri confinanti Mosca per fermare l'arrivo di cittadini russi.

Ad annunciarlo è stato il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, al termine della riunione di due giorni dei ministri degli Esteri dell'Unione europea che si è tenuta a Praga. Questa decisione renderà più difficile e costoso l'ingresso dei cittadini russi nell'area Schengen e a muoversi liberamente al suo interno, riducendo così in modo significativo il numero di nuovi visti rilasciati dagli Stati membri.

La scelta, tuttavia, non definisce un divieto generale di visti di viaggio per i russi, perché non c'è stata sintonia tra gli Stati membri, che anzi si sono mostrati divisi sulla questione. La Polonia e gli Stati baltici, infatti, adotteranno misure più stringenti a livello nazionale nei confronti dei cittadini russi, una scelta che volvevano estendere a tutti gli Stati membri, ma hanno trovato l'opposizione tra gli altri di Francia e Germania, oltre che della Slovenia, che hanno preferito lasciare aperti canali di dialogo.

Come ha spiegato Borrell alla stampa, da metà luglio c'è stato un aumento sostanziale dei valichi di frontiera dalla Russia verso gli stati vicini, trasformando il problema in una questione di sicurezza dei paesi limitrofi. Oltre al fatto che, ha detto ancora Borrell, molti russi hanno continuato a "viaggiare per svago e shopping come se in Ucraina non fosse in corso una guerra".

Valerio Fabbri

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