Non è ancora il momento del commiato, ma quello di questo pomeriggio potrebbe esser stato l’ultimo Consiglio dei ministri presieduto da Mario Draghi, che con tutta probabilità già la prossima settimana passerà la tradizionale campanella a Giorgia Meloni.
Il Premier, parlando brevemente con i giornalisti prima della riunione, ha però tracciato un breve bilancio dei suoi 20 mesi di governo, in cui è passato dalla gestione della seconda fase della pandemia, con la vaccinazione di massa da organizzare, all’approvazione della prima parte del Pnrr, fino alla guerra in Ucraina e alla crisi energetica.
Un lavoro che lo stesso Draghi ha comunque definito “molto soddisfacente: tutti noi – ha detto riferendosi ai suoi ministri - abbiamo la buona coscienza del lavoro fatto”. Draghi che ha detto di provare curiosità ma non preoccupazione per il nuovo governo che gestirà il paese, ha anche ringraziato i giornalisti per aver svolto una “funzione essenziale”, aiutando i cittadini comprendere fenomeni come la pandemia e la crisi energetica.
In Parlamento intanto era in programma il voto sui vicepresidenti, e se la maggioranza ha raggiunto rapidamente un accordo sui quattro posti disponibili, con Gian Marco Centinaio della Lega e Maurizio Gasparri di Forza Italia al Senato e Giorgio Mulè di Forza Italia e Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia alla Camera, per i quattro nomi dell’opposizione la vicenda si è complicata.
Azione e Italia viva hanno infatti accusato apertamente 5 Stelle e Pd di essersi accordati per occupare tutte e quattro le posizioni riservate all’opposizione, senza concedere nemmeno una vicepresidenza al Terzo polo, che non ha nemmano ritirato la scheda al Senato e ha annunciato di voler portare la questione di fronte al Capo dello Stato. I 5 Stelle hanno indicato i nomi di Sergio Costa alla Camera e Mariolina Castellone al Senato, mentre il Pd ha deciso per la conferma della vicepresidente uscente Anna Rossomando al Senato e indicato Anna Ascani per la vicepresidenza della Camera.

Alessandro Martegani