Foto: Reuters
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C'è chi grazie ai social ha creato un vero e proprio impero economico, come Chiara Ferragni, o chi un impero economico già lo possedeva, ma ha accresciuto la propria popolarità, come Gianluca Vacchi. Chi è diventato famoso prendendo in giro piccoli ma inutili rituali quotidiani, come Khaby Lame, ma anche chi insegna ricette a neofiti che mai avevano toccato prima una teglia, come Benedetta Rossi.

Influencer, tiktoker, youtuber: nuove professioni che da ora in poi, in Italia, avranno anche il loro sindacato. Sono circa 350mila le persone che usano "professionalmente" i diversi canali social, che saranno quindi rappresentati da "Assoinfluencer" un'associazione sindacale, a testimonianza del crescente riconoscimento della loro professionalità e del loro ruolo nel mondo della comunicazione e del marketing on line.

Jacopo Ierussi, fondatore e presidente di questo sindacato afferma: "Questo ambito della digital economy non solo non è ancora attenzionato da una legislazione specifica sia sul piano fiscale sia dei compensi, ma spesso vede i suoi attori scontare un quadro giuridico poco chiaro e trasparente, nella cui costruzione l'associazione mira a coinvolgerli". Ierussi aggiunge, inoltre, che "in questi primi anni di posizionamento, abbiamo partecipato all'indagine conoscitiva in Parlamento che ha portato all'approvazione dell'Emendamento Creators nella Legge sulla Concorrenza 2021" e racconta "dell'impegno dell'associazione per l'approvazione dell'emendamento che ha portato il governo a riconoscere la figura del creatore di contenuti digitali, di fatto il primo passo delle istituzioni per lo sviluppo della Creator Economy italiana".

Un settore economico che nell'ultimo anno ha prodotto un giro d'affari di circa 280milioni di euro.

Davide Fifaco