Foto: Reuters
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"Siamo stati colpiti: prima da colpi di artiglieria e poi da elicotteri". Lo ha detto Yevgeny Prigozhin senza però fornire prove o precisare dove sarebbero avvenuti gli attacchi. Secondo fonti citate dai media esteri, la sparatoria è avvenuta nei pressi della città di Voronezh.
Le forze Wagner intanto sarebbero entrate anche nella regione russa di Lipetsk. Lo hanno affermato le autorità locali, precisando di aver preso tutti i provvedimenti necessari per garantire la sicurezza della popolazione.
Una fonte vicina alla presidenza russa ha riferito al contempo che il Cremlino aveva tentato di negoziare con il capo del gruppo Wagner. Prigozhin avrebbe ricevuto una telefonata dall'ufficio stampa del Cremlino in cui gli è stato suggerito "di fare marcia indietro e di spiegare tutti i suoi post con l'hacking e la falsificazione della voce". Lo riporta il media indipendente russo Important Stories, precisando che il capo del gruppo Wagner si sarebbe rifiutato di accettare le condizioni dell'amministrazione presidenziale.
Il presidente della Commissione della Duma di Stato per l'edilizia statale e la legislazione ha detto comunque che i mercenari Wagner "possono ancora deporre le armi ed evitare la punizione, visti i loro meriti precedenti in Ucraina".
Secondo una fonte vicina allo stato maggiore delle forze armare russe, citata dal quotidiano indipendente Meduza, Vladimir Putin punta a "eliminare" Prigozhin e offrire l'amnistia a tutti i combattenti Wagner. La fonte ha detto ancora che il presidente russo non dispone delle forze necessarie per fermare l'avanzata di Prigozhin e starebbe assemblando un gruppo dalle unità non impiegate al fronte proprio a tale scopo.
La BBC Russia riporta che a Mosca è in corso una massiccia evacuazione degli edifici pubblici, ma anche di musei e centri commerciali.
Intanto diversi canali Telegram, legati all'opposizione russa, hanno riferito di un intenso traffico aereo da Mosca verso Pietroburgo. Si tratterebbe di mezzi dei massimi vertici istituzionali russi, tra cui quello del presidente Putin. In precedenza, il portavoce del Cremlino, Dmirty Peskov, aveva smentito delle indiscrezioni secondo cui Putin avrebbe lasciato la capitale. Il media russo Baza, inoltre, riporta che sono andati esauriti tutti i biglietti aerei da Mosca per l'estero. La Lettonia ha al contempo deciso di chiudere i confini con la Russia.
Il Ministro della Difesa sloveno, Marjan Šarec, in risposta agli eventi in Russia ha affermato che si tratta di questioni interne russe e che la Slovenia continua a sostenere l'Ucraina nella sua lotta per l’integrità territoriale. "L'Unione Europea, così come la NATO e naturalmente la Slovenia, stanno monitorando gli eventi", ha dichiarato Šarec.
Anche il Ministero degli Affari esteri ed europei e l'Ambasciata slovena a Mosca stanno seguendo da vicino gli eventi in Russia. Il Ministero sconsiglia tutti i viaggi in Russia e ha fatto un appello agli sloveni che al momento si trovano nel Paese di ritornare a casa.
Pure il governo di Lubiana, tramite un gruppo operativo del segretariato del Consiglio per la sicurezza nazionale sta monitorando la situazione in Russia ed è in contatto con i paesi alleati. Lo si legge in un post su Twitter dell'esecutivo, in cui ribadisce l'appello ai cittadini di evitare viaggi in Russia.
Intanto dall'estero arrivano diverse reazioni alla situazione in Russia. Gli Stati Uniti stanno lavorando "in stretto coordinamento con i loro alleati". Lo ha affermato il dipartimento di Stato americano, precisando che il sostegno di Washington a Kiev comunque "non cambierà".
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha invece espresso "pieno sostegno" all'omologo russo. Lo riferisce il Cremlino dando notizia di una telefonata tra i due leader.