Foto: Reuters
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“Israele pagherà certamente” ha dichiarato il presidente iraniano, definendo l’attacco in Siria “un altro segno della frustrazione, dell’impotenza e dell’incapacità del regime sionista nella regione”. Ma le tensioni non si sono placate, infatti le milizie dello Yemen, sostenute dall’Iran, hanno preso di mira una nave commerciale del colosso Msc, bersagliandola con missili navali, dopo aver ignorato tre chiamate di avvertimento. Non è ancora chiaro che legame ci sia tra il mercantile e lo Stato ebraico, obiettivo principale degli attacchi delle milizie yemenite dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas, l’unica cosa certa è che in questo modo sta crescendo la probabilità che la guerra si allarghi. “Questi attacchi sono azioni terroristiche, e sono un problema per il mondo", ha sottolineato il portavoce militare delle forze di difesa israeliane, confermando l’aumento della tensione tra i due Paesi. “Ai sensi del diritto internazionale e dello Statuto delle Nazioni Unite, nel momento opportuno che sarà ritenuto necessario, l'Iran si riserva il diritto legittimo di rispondere con decisione a Israele per l'uccisione del generale” si legge in una lettera dell’ambasciatore di Teheran presso le Nazioni Unite, Saeid Iravani, indirizzata al Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Oltre a questi attriti, è arrivato un allarme anche dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica, circa la questione del nucleare iraniano, in quanto sembra che l’Iran nelle ultime settimane abbia “aumentato la sua produzione di uranio altamente arricchito, quasi a livello militare, invertendo una precedente riduzione della produzione.” Le minacce israeliane hanno portato a una tensione sempre più alta in Medio Oriente e conseguenti preoccupazioni circa la possibilità di un reale allargamento del conflitto.

B.Ž.