Foto: Facebook/Grad Pakrac
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Alle Regioni che non vedono di buon occhio la decisione del governo, il ministro alla salute Vili Beroš risponde che non è stata tolta loro la gestione del sistema sanitario, essi avranno il loro rappresentante nei Consigli di amministrazione dei nosocomi generali e continueranno ad avere il controllo completo dell'assistenza primaria, della medicina d'urgenza, degli ospedali specialistici e degli Istituti della sanità pubblica. "Consideriamo le Contee come un partner necessario poiché conoscono e comprendono meglio le necessità della loro popolazione", ha detto il ministro ricordando che oltre ai rappresentanti nei consigli di amministrazione, che saranno rinnovati ad aprile, le Regioni avranno diritto di esprimersi pure sull'elezione del direttore. "Passa allo stato solo il diritto di fondazione non anche le proprietà e strutture", ha specificato Beroš sottolineando che ai cittadini e ai pazienti importa solo ed esclusivamente una buona gestione e un servizio sanitario efficiente. "Questo, attualmente registra discrepanze nella standardizzazione delle cure e genera inoltre grosse perdite finanziarie", ha rilevato il ministro riferendosi ai debiti generati dagli ospedali generali, con quelli regionali a portarsi via i due terzi delle ingenti perdite di gestione, mentre un terzo va a carico dei 7 grandi ospedali già in mano allo stato. Beroš ha spiegato che nel 2022 il governo è intervenuto con 460 milioni di euro a titolo di risanamento, quest' anno sono statati stanziati ulteriori 221 milioni e che ora, diventando beneficiari del bilancio statale, il controllo dei pagamenti e l'adempimento degli obblighi saranno noti in tempo reale. "Credo che la disciplina finanziaria migliorerà notevolmente il funzionamento del servizio sanitario e tutti per il bene dei pazienti e degli operatori del settore", ha concluso il ministro croato alla sanità. (lpa)