Foto: Radio Capodistria
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Era l'8 febbraio 1984 quando nel dopo gara di Coppa Italia Triestina-Udinese Stefano, all'epoca ventenne, venne colpito alla testa dal manganello di un poliziotto. Morì dopo tre settimane di coma. La sua vicenda è restata ben impressa nella memoria di tutti, in quella della città, che ancora oggi continua a ricordarlo ed onorarlo. Sono passati quarant'anni dalla sua aggressione, e per l'occasione, l'Associazione "Stefano presente" ha voluto svelare la sua vera essenza, con fotografie inedite, racconti, ricordi che si trovano nella mostra allestita presso la sala Sbisà del Magazzino 26, in Porto Vecchio a Trieste.

Foto: Radio Capodistria
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Una linea del tempo ha ripercorso i vent'anni di vita di Stefano, con la sua mamma Renata, venuta a mancare pochi anni fa, la sua camera da letto, i vestiti che usava per giocare a calcio, sono solo alcune delle cose esposte. E poi il racconto, passo per passo, dell'aggressione e della sua morte. "Col tuo nome addosso" racconta il contesto storico degli ultras negli anni '80, attraverso immagini inedite ripercorre un periodo in cui numerosi giovani, tifosi appassionati della Triestina si sono uniti, ma racconta anche la nascita della Curva Furlan, dedicata a quel vent'enne che oggi non c'è più. L'Associazione continua ogni giorno a ricordare Stefano, la sua figura e la vicenda che lo ha travolto, e per il 40° anniversario della sua scomparsa, nell'ambito della mostra, ha organizzato diversi eventi: a partire da un convegno con tifoserie che si confronteranno sulla vita di Stefano Furlan e il legame che ha avuto con la curva della Triestina.

Foto: Radio Capodistria
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Ci sarà un incontro con gli ultras, durante il quale sarà presente una rappresentanza di chi era presente l'8 febbraio 1984, per poi passare alla presentazione di libri, la proiezione di un film-documentario, e per finire un'asta benefica, il cui ricavato, in accordo con i familiari di Stefano, sarà devoluto al reparto di Oncoematologia e trapianti dell'Ospedale Infantile Burlo Garofalo. Oltre all'inaugurazione di una mostra, è stata un'occasione per commemorare Stefano, la sua passione per la Triestina e ripercorrere la sua curva, che ancora oggi ricorda il suo nome.

B.Ž.