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Il leader del Partito Democratico, Janez Janša, ha visitato Israele all'inizio della scorsa settimana nell'ambito dell'Unione democratica internazionale, IDU, che unisce 80 partiti di destra, ed ha incontrato diversi alti rappresentanti dello Stato di Israele. Ha inoltre visitato i kibbutz Kfar Aza, attaccato dal movimento estremista palestinese Hamas lo scorso ottobre. Lo ha fatto sapere il segretario di Stato, Sanja Štiglic, durante la sessione del Comitato della Camera di Stato per la Politica estera.
Dalle pubblicazioni dell'IDU e da altre fonti sul social X, pubblicate anche dallo stesso Janša, si evince che il capo dell'SDS ha annunciato, tra l'altro, un eventuale trasferimento dell'ambasciata slovena in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme nel caso ottenesse un nuovo mandato alla guida del governo di Lubiana.
Il segretario di Stato Štiglic ha quindi negato le affermazioni di Janša e affermato che la "Slovenia ha intenzione di seguire la posizione stabilita a livello internazionale secondo cui lo status di Gerusalemme non va cambiato, l'ambasciata quindi non sarà trasferita fino a quando non sarà raggiunto un accordo di pace tra israeliani e palestinesi e una soluzione a due Stati".
Le prime critiche alla visita di Janša in Israele sono arrivate dal deputato del Movimento Libertà, Lenart Žavbi. Secondo le sue parole, infatti, la visita di Janša non era stata coordinata con il Ministero degli Affari esteri ed europei e le posizioni espresse dal leader SDS erano contrarie alle posizioni ufficiali della politica estera slovena. Oltre ad annunciare uno spostamento dell'ambasciata, Janša ha anche espresso il suo sostegno al governo di Benjamin Netanyahu negli attacchi contro Gaza e nel rifiuto di una soluzione a due stati. Žavbi è convinto che Janša conduca una politica estera parallela che arreca danno alla Slovenia.