Foto: Reuters
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Il Presidente del Senato statunitense Chuck Schumer ha chiesto al Governo israeliano di indire nuove elezioni. La richiesta è giunta nel corso di un intervento in cui ha lasciato intendere che il Premier Netanyahu rischia di fare dell'alleato americano un paria, precisando che le elezioni sono l'unico modo per consentire un processo decisionale sano e aperto sul futuro di Israele, in un momento in cui molti israeliani hanno perso la fiducia nella visione e nella direzione dei progetti del Governo. Per il democratico Schumer Netanyahu è un ostacolo alla pace e alla soluzione dei due Stati e ha smarrito la strada anteponendo la sua sopravvivenza politica agli interessi dello Stato ebraico. Per Schumer, ebreo sostenitore di Israele e tra i primi politici statunitensi a recarsi a Tel Aviv una settimana dopo il massacro del 7 ottobre, Netanyahu è troppo disposto a tollerare il bilancio dei morti tra i civili a Gaza, il che sta spingendo il sostegno a Israele in tutto il mondo ai minimi storici. Schumer ha aggiunto che se la coalizione di Governo guidata da Netanyahu continuerà a perseguire politiche pericolose e incendiarie dopo la guerra, gli Stati Uniti tenteranno di svolgere un ruolo più attivo nel plasmare la politica israeliana utilizzando la propria influenza per cambiare il corso attuale. Il discorso di Schumer ha provocato la reazione israeliana, con il Likud che gli ha ricordato che Israele non è una repubblica delle banane ma una democrazia orgogliosa e indipendente, affermando che la politica di Netanyahu è sostenuta dalla stragrande maggioranza della popolazione ed evidenziando di attendersi che Schumer rispetti il Governo eletto e non lo indebolisca. L'ambasciatore israeliano a Washington Herzog ha dichiarato che è inutile commentare la scena politica interna di un alleato, oltre che controproducente per gli obiettivi comuni. Alle dichiarazioni si è aggiunto l'annuncio del Dipartimento di Stato americano di nuove sanzioni, dopo quelle di febbraio, contro due avamposti illegali e tre coloni, accusati di violenze contro i palestinesi in Cisgiordania, fatto che ha scatenato l'ira dei rappresentanti degli insediamenti e dei Ministri dell'estrema destra religiosa che li difendono.

Franco de Stefani