Foto: EPA
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Insoddisfatti del contenuto dei dossier che compongono il Patto migrazione e asilo si sono detti gli otto negoziatori, secondo cui si potrebbe ancora lavorare sui punti principali del documento. Al contempo hanno però sottolineato come sarebbe una brutta notizia per la causa europea non ottenere risultati dopo così tanto sforzo. Il contenuto del patto si snoda attraverso 10 dossier che si basano sul rapporto tra solidarietà e responsabilità nella gestione dei migranti tra i 27 Paesi comunitari. Dopo l'entrata in vigore del Regolamento sarà introdotto il tanto discusso meccanismo di solidarietà obbligatoria che mette sullo stesso piano tre forme di solidarietà: ricollocamenti di persone migranti, contributi finanziari e supporto a Paesi terzi. Cambiano in parte le responsabilità nella gestione dei migranti: i paesi di primo ingresso avranno il compito di esaminare le richieste d'asilo, mentre gli Stati membri che vorranno estradarli dovranno semplicemente inviare una notifica ai Paesi di primo approdo. Non verranno ricollocati invece i migranti sbarcati dopo operazioni di ricerca e soccorso in mare. Uno dei punti più controversi del Patto migrazione e asilo è il Regolamento per le crisi che entra in atto nel momento in cui si verifica un inaspettato arrivo di massa di persone. In questi casi scattano deroghe al sistema di gestione dei migranti con un'estensione delle procedure di frontiera. Desta perplessità la decisione di non ricollocare i migranti tra gli Stati membri in caso di crisi; un punto fortemente contestato anche dagli italiani del Partito democratico, secondo cui si tratta di un accordo che lascia nuovamente sola l'Italia trasformandola in un Centro di permanenza all'aria aperta e che spinge verso i paesi terzi la gestione dei richiedenti asilo invece che promuovere un'autentica ripartizione delle responsabilità.