Doveva essere un progetto comune, che univa tutte le forze politiche intorno ad un grande obiettivo: diventare capitale europea della cultura nel 2025. Quello che è andato in scena, invece, è stato un confronto dove tutti sono sembrati procedere in ordine sparso nel marasma politico cittadino. Il risultato è stato a dir poco esilarante. Capodistria, Isola e Ancarano hanno approvato la strategia culturale che, a detta dei promotori dell’iniziativa, era fondamentale per dare forza alla candidatura e Pirano no.

Le cose, d’altronde, a Pirano non stanno andando bene. Il sindaco Đenio Zatković da tempo non ha il sostegno degli uomini che avevano contribuito alla sua vittoria e non ha saputo trovare una nuova alleanza in grado di governare con lui. Lo sapeva lui e lo sapevano anche i suoi avversari e proprio per questo avrebbe dovuto prendersi la briga di trovare un ampio consenso intorno a quello che è il progetto più importante della sua amministrazione. I suoi avversari sono agguerriti, preparati e sanno muoversi in consiglio comunale molto meglio di lui; e sebbene non ce ne fosse bisogno, l’hanno dimostrato anche questa volta.

Nelle ultime ore un’ampia coalizione si è mossa contro la strategia culturale dei 4 comuni costieri. Qualcuno non ha mancato nemmeno di paventare l’ipotesi che tutto non fosse altro che un gioco ordito dall’alto per favorire gli altri candidati. Qualcosa però in questi mesi non deve aver funzionato, visto che gli ultimi in ordine di tempo a far sentire la loro voce sono stati i direttori delle istituzioni culturali del Litorale che si sono lamentati di non essere stati coinvolti a sufficienza nel progetto. D’altronde se tra Nova Gorica e Gorizia, nel nome della candidatura a capitale europea della cultura, in questi mesi si stanno promuovendo il bike sharing transfrontaliero, i corsi di lingua, gli scambi sulla linea di confine - diventata nuovamente invalicabile a causa della pandemia – con l’obiettivo di coinvolgere una quanta più ampia fetta di popolazione; a Pirano, quello che è un ambizioso e costoso progetto, non sembra aver avuto per ora ricadute immediate e tangibili sulla cittadinanza, ma è servito invece solo per accendere ulteriormente gli animi della riottosa scena politica locale.

Stefano Lusa

Foto: UBALD TRNKOCZY
Foto: UBALD TRNKOCZY