Il Pubblico ministero svedese, che sta guidando l'investigazione sulle accuse di violenza sessuale contro il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ha chiesto il suo arresto. "In caso di conflitto tra un mandato d'arresto europeo e l'estradizione negli Stati Uniti, le autorità britanniche dovrebbero decidere l'ordine di priorità”, ha detto il procuratore.
Si tratta del primo passo in un processo che dovrebbe vedere l'estradizione di Julian Assange dalla Gran Bretagna, dov'è detenuto con una condanna a 50 settimane di carcere. La Svezia ha riaperto l'inchiesta - chiusa due anni fa - per le denunce di violenza di due donne, originariamente aperta nel maggio del 2010.
Il viceprocuratore superiore, Eva-Marie Persson, ha sottolineato di aver "chiesto alla Corte di Uppsala l'arresto di Assange in sua assenza". Se il giudice decide di firmarlo, emetterà "un mandato d'arresto europeo da consegnare alla Svezia". Secondo Persson è "impossibile prevedere" l'esito del processo, dal suo punto di vista però il caso in Svezia può procedere contemporaneamente con quelli nel Regno Unito.
Intanto i procuratori statunitensi hanno ottenuto un sequestro dei beni di proprietà di Assange, mentre si trovava presso l'ambasciata ecuadoriana a Londra. Tra gli oggetti ci sono anche documenti legali, apparecchiature elettroniche, cartelle cliniche e due manoscritti. Secondo Wikileaks, ai legali di Assange è stato impedito di essere presenti. Gli avvocati affermano che si tratta di un sequestro illegale di proprietà richiesto dalle autorità Usa.

E.P.

Foto: Reuters
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