Foto: MMC RTV SLO
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Ma cosa vuole vedere oggi lo spettatore a teatro? "Vuole trovare qualcosa che lo interpelli come persona, sia piangendo che ridendo. Una catarsi che non lo assolva, né lo condanni, ma che lo spinga in avanti, a interrogarsi e tentare risposte, per la vita, per il mondo". Così, in una recente intervista, Francesco Randazzo, drammaturgo e regista siracusano con una predilezione per il sociale, cresciuto alla scuola di Andrea Camilleri suo maestro all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico a Roma, spiega il suo modo di intendere il palcoscenico.
E così dovremo interpretare "Per il bene di tutti", un testo della metà degli scorsi anni Novanta, vincitore nel '96 del prestigioso Premio Candoni, che conserva tutto il suo interesse per i temi che affronta, quelli dell'emigrazione e dell'intolleranza nei confronti del diverso, dell'estraneo. Scritta due decenni fa, l'opera preconizzava l'esacerbarsi di paure e pregiudizi che nel corso degli anni sono diventate realtà.
Un testo che interroga tutti noi, fa ora notare Nenni Delmestre, regista dalmata di origini friulane, di casa a Fiume e al Dramma italiano. Secondo la quale il teatro è il posto giusto per affrontare la paura dell'altro e del diverso che dilaga in Europa, il senso di minaccia legato all'arrivo degli immigrati, che metterebbero a rischio la nostra vita comoda e agiata. "Mi interessava come questa paura individuale cresca in una sorta di isteria collettiva che sfocia in un irragionevole odio", ha dichiarato la regista alla vigilia del debutto dell'allestimento sloveno che unisce gli Stabili di Capodistria e Nova Gorica.
Francesco Randazzo, impegnato in una delle sue frequenti trasferte all'estero, ha inviato alla direzione del teatro capodistriano un messaggio di augurio.