Il premier Janez Janša ha lanciato attraverso Twitter un invito alle dimissioni al direttore dell’agenzia stampa nazionale, STA, Bojan Veselinovič, accusato di una serie di irregolarità dal premier. Le dimissioni sarebbero necessarie secondo il premier “per un normale svolgimento del lavoro e sviluppo dell’STA”, “Veselinovič spesso vende falsità per notizie ed ha pure licenziato giornalisti gravemente malati” ha inoltre scritto Janša. Immediata la risposta di Veselinovič il quale ha definito stupide e false le accuse mosse dal premier “di un paese che si appresta a presiedere all’Ue e che festeggerà i 30 anni d’indipendenza “. “Senza alcun argomento o elementi alla mano in questo momento il premier evidentemente può permettersi di tutto pure un ignobile strumentalizzazione di quanto detto da persone defunte” ha detto Veselinovič. Intanto il funzionamento dell’STA si trova nuovamente a rischio per il mancato finanziamento da parte del governo, nonostante sia previsto dal settimo pacchetto anticoronavirus. E intanto in vista del dibattito al Parlamento europeo sulla libertà dei media in Slovenia, Polonia e Ungheria, 19 organizzazioni non governative e altre associazioni dei media e dei diritti umani hanno invitato l'UE di agire con determinazione per proteggere la libertà di stampa nei paesi in esame. Secondo l'Associazione dei giornalisti sloveni, si legge in una lettera che è stata inviata agli europarlamentari, in Slovenia i giornalisti starebbero affrontando diffuse minacce, anche da parte del premier, Janez Janša, mentre i media starebbero subendo continue ingerenze politiche. Interessante notare come la statunitense Freedom House, l’organizzazione non governativa che conduce attività di ricerca in merito ai livelli di libertà’ nel mondo ha assegnato nel suo rapporto annuale 95 punti sui 100 possibili alla Slovenia. Sul podio troviamo invece Finlandia, Norvegia e Svezia.

Dionizij Botter

Foto: MMC RTV SLO/EPA
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