Foto: Pixabay
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Gli operai turchi impegnati nei cantieri hanno denunciato delle gravi violazioni dei loro diritti lavorativi in Slovenia, tra i quali i riposi, gli orari di lavoro e il mancato pagamento dei contributi previdenziali. Il contratto tra la società che gestisce il progetto, 2TDK, e le aziende incaricate dei lavori, la Turkcam, subappaltatrice delegata per conto del consorzio impegnato nella realizzazione del secondo binario, di cui fa parte anche l’altra società turca, la Yapi Merkezi, richiede il rispetto della legislazione sul lavoro slovena, compreso il contratto collettivo nel settore edile. L’Associazione, guidata da Goran Lukić, ha ricevuto la segnalazione dei tre lavoratori e ha evidenziato il fatto che, oltre le mancanze già evidenziate, non è stato stipulato alcun accordo sulla sicurezza sociale tra Slovenia e Turchia; dunque, gli operai devono attenersi alla legislazione slovena e le normative dell’Unione europea, iscrivendosi al sistema di assicurazione sanitario e sociale del Paese. A tal proposito, l’Associazione si è detta preoccupata per la sicurezza sul luogo di lavoro, dopo aver saputo che uno degli operai è stato gravemente ferito senza ricevere un certificato di infortunio o la segnalazione dell’incidente. Inoltre, ci sono dei sospetti riguardo alcune discrepanze nei registri delle ore di lavoro del personale impiegato, in quanto i dati segnati dalle autorità sono differenti da quelli dei lavoratori. La società 2TDK, dopo le affermazioni riguardanti le violazioni dei diritti degli operai che lavorano sulla linea ferroviaria, ha dichiarato che “prendono seriamente” la questione, e ha menzionato la possibilità di rescissione del contratto vista la gravità delle accuse. Al momento, a seguito di una prima segnalazione da parte dei diretti interessati e dopo un’analisi generale sulla gestione del lavoro, l’Associazione sta valutando la presentazione di una denuncia penale contro le aziende Turkcam e Yapi Merkezi e le persone coinvolte, in modo da tutelare i lavoratori e i loro diritti.

B.Ž.