A Portorose si sono riuniti negli ultimi giorni circa 400 rappresentanti politici ma pure esperti Ong e giovani dei pasi del Mediterraneo. Intervenuto il premier Robert Golob ha detto che si parla di misure concrete che non riguardano un lontano futuro, ma si stanno cercando soluzioni immediate di fronte cambiamenti climatici ai quali stiamo assistendo. La Slovenia si avvale si avvale del suo mandato di membro non permanente al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per presentare a livello mondiale le sue esperienze e soluzioni contribuendo così alla ricerca di soluzioni ottimali "La Slovenia può essere molto orgogliosa della sua diplomazia nel campo marittimo, siamo uno dei pionieri nel campo della diplomazia dell'acqua. Di recente, tuttavia, abbiamo anche assistito alle conseguenze del cambiamento climatico in Slovenia, e questo è senza dubbio un aspetto che dobbiamo integrare in un insieme e utilizzare il nostro mandato in seno alle Nazioni Unite per presentare le nostre esperienze e le nostre soluzioni al mondo per raggiungere soluzioni migliori per tutti noi, ma soprattutto per le generazioni future. La Convenzione di Barcellona è stata realizzata molto prima che iniziassero i cambiamenti reali nel settore del cambiamento climatico, come il vertice in corso in questo momento a Dubai. Queste soluzioni locali e regionali, in cui, come ho detto, la Slovenia è uno dei pionieri e, soprattutto, uno dei principali attori, sono quelle che indicano la strada, anche agli attori globali a Dubai sul come contribuire concretamente a ridurre la crisi climatica attraverso passi concreti". Elisabeth Maruma Mrema vicedirettrice del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente ha sottolineato che la Convenzione di Barcellona è stata molto importante a livello internazionale per una serie di misure adottate tra le quali quella che riguarda l’accordo per limitare l'inquinamento da plastica. Tra i maggiori risultati ottenuti a Portorose vi è sicuramente l’accordo raggiunto con l’Organizzazione marittima internazionale sulla limitazione delle emissioni dell’anidride solforosa delle navi nel Mediterraneo. Un decisone definita storica dal premier Golob. La Mrema ha poi salutato l’istituzione di nuove aree protette in Algeria, Libia e Albania, auspicando la realizzazione dell’obiettivo auspicato di proteggere il 30 per cento dell’area mediterranea. Gregor Umek, direttore facente funzione del direttorato per le acque al Ministero dell'Ambiente a capo del gruppo organizzativo della Presidenza slovena alla Convenzione di Bracellona, ci ha spiegato che uno dei punti chiave dell’accordo prevede l’istituzione di un “centro regionale per il cambiamento climatico in Turchia”. “Tuttavia, devo sottolineare che la Slovenia ha reso possibile, nonostante le divergenze di opinioni e i diversi interessi, che questo obiettivo è stato raggiunto qui a Portorose” Ha detto Umek.

Dionizij Botter

Foto: BoBo/Tomaž Primožič/FPA
Foto: BoBo/Tomaž Primožič/FPA