Obvestila

Ni obvestil.

Obvestila so izklopljena . Vklopi.

Kazalo

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GORAN VOJNOVIĆ-ČEFURI RAUS! INTERVISTA DEL 1 FEBBRAIO 2016

07.06.2016

GORAN VOJNOVIĆ INTERVISTA DEL 1 FEBBRAIO 2016 Domani, mercoledi 8 giugno 2016 alle18, nella sala di lettura della Libreria Minerva di via san Nicolo 20 a Trieste, verra presentato il libro "Cefuri Raus! Feccia del sud via da qui" di Goran Vojnovic, pubblicato da Forum. L'autore dialoghera con la regista Sabrina Morena, lo scrittore e regista Marko Sosič, la curatrice e traduttrice del libro Patrizia Raveggi. Qui sotto ho tradotto gli interventi dello scrittore nell'intervista del 1 febbraio 2016 il cui tema era il suo romanzo "Čefuri Raus!". Goran Vojnović: Nel romanzo Čefuri raus! E' stata proprio la lingua usata a creare il romanzo. Se avessi dovuto scriverlo in uno sloveno letterario probabilmente non l'avrei mai scritto. Nel momento in cui mi e venuta l’idea di scriverlo nella lingua in cui questi ragazzini parlano, o meglio parlavano, perché da quella volta la lingua e cambiata, questi ragazzini, o il ragazzo protagonista che racconta questa storia, che parla il suo slang mescolato ad alcune delle lingue slave meridionali, soltanto in quel momento la storia mi e sembrata vera. Mi e sembrato solo in quel momento che chi l’avrebbe letta, ci avrebbe creduto. Goran: Questa miscela linguistica, ha come base lo slang di Lubiana, che si usava quel periodo, ma, in all’interno di questo slang, si usano, in quanto la maggiorparte di questi ragazzini e anche noi che siamo cresciuti in questo ambiente (Nota: Goran fa riferimento alla zona di Fužine di Lubiana, dove la maggioranza degli abitanti proviene dai Paesi dell’Ex-Yugoslavia), a casa parlavamo un’altra lingua, e poi a scuola, al parco giochi, o davanti al condominio queste lingue hanno iniziato a mescolarsi vivacemente, divenendo a mio parere una fortunata miscela, molto ricca e molto specifica’ particolare, con la quale si riusciva ad esprimere tante cose in un modo abbastanza diverso, che nella lingua letteraria slovena. Goran: Si, ci sono stati altri autori, che hanno provato a scrivere in lingue diverse dalla lingua letteraria slovena, ma forse non in questo modo: devo dire che, io avevo il vantaggio di parlare questa lingua. Nei romanzi avevano gia sperimentato a mescolare varie lingue, ma in questo slang, lo slang dei giovani, non potevi scrivere, se tu stesso non lo parlavi. Goran: Mentre lo stavo scrivendo, volevo che il lettore avesse la sensazione che qualcuno gli stesse raccontando la storia, che tutte le frasi fossero come se veramente fossero dette da un diciasettenne di Fužine. Ho dato forma alla lingua, come se fosse un dialogo per un film, e molte volte mi ripetevo queste frasi ad alta voce, affinché il tutto risultasse convincente. Goran: In questo romanzo, c’e poco di inventato. Ed e lontano dall’essere autobiografico, ma ho raggruppato un gran numero di personaggi, storie, dei racconti, ricordi miei… gli ho riuniti in una storia. Tutti questi personaggi hanno una certa base nella realta, ma sono poi adattati a cio che la storia vuole raccontare; com’e il personaggio, com’e la sua famiglia, e tutto romanzato. Il personaggio principale ha certe similitudini con l’autore, ovvero si allena a giocare a pallacanestro, cresce in una famiglia simile a quella nella quale sono cresciuto io, poi ci sono delle cose assolutamente differenti. Quindi il tutto non e inventato, ma composto, messo insieme in una storia. Goran: Sto riflettendo: nello scrivere c’e sempre una miscela: da una parte osservi il mondo e dall’altra scavi dentro te e nei ricordi personali. Nel primo romanzo, non si osserva tanto, ma andando avanti, nei seguenti libri sempre di piu, sempre di piu ti guardi dentro e vedi come questo mondo fa eco in te. Cosa ti lascia dentro. Non quello che vedi al di fuori, ma quello che poi con una certa distanza vedi quando ne hai gia dimenticato qualcosa, qualcosa hai aggiunto, cio che scrivo e un riflesso di questo mondo reale, dove lo specchio sono io. Goran: Non si tratta di un racconto documentario, anche se la storia di “Čefuri Raus!” sembra sia una sorta di documentario, ma non lo e, neanche lontanamente. Mi sono impegnato a farlo sembrare tale, cosi convincente, ma si tratta di un mondo che ho raccolto in me per 22 anni, non e l’immagine di quello che ho visto in un momento dalla finestra: e la mia esperienza di 22 anni di vita a Fužine, quest’esperienza da “čefur”, questa “čefurita”. (čefur : appellativo con cui gli sloveni chiamano spesso un abitante della Slovenia originario dei Paesi dell’Ex-Yugoslavia; si carica spesso d'una connotazione spregiativa.) E’ un’esperienza di vita in questo mondo multiculturale, tutto questo poi fuso nella storia; come se succedesse tutto in un paio di giorni d’estate. Goran: Fužine e una parte di Lubiana, ma in qualche modo, funziona come se fosse un mondo a parte; specialmente quando cresci, la maggiorparte dei tuoi amici, conoscenti, e la, e ti fermi la, e diventa una sorta di luogo tuo, la tua citta. E percio, e un po’ difficile dire,… beh certo, ufficialmente sono cresciuto a Lubiana, pero la maggiorparte dei miei amici, noi, siamo cresciuti a Fužine, ed abbiamo considerato questa la nostra citta. Quando andavamo a Lubiana eravamo quasi degli stranieri: e comunque un po’ distante, ci sono altre facce, non e poi piu cosi multiculturale, specialmente in quel periodo, oggi ci sono tanti turisti, e differente. Ma questa differenza esiste: l’atmosfera a Fužine e differente di quella del centro cittadino di Lubiana. Ha un ché di rurale e urbano mescolati insieme, che e caratteristico per Fužine. Goran: C’e una specie di confine invisibile dalle parti del Nanos…cambia il clima (nota: si parla della distanza fra la costa e Lubiana nell’intervista) Goran: Il problema di Lubiana, e della Slovenia, e che e distante da diverse parti della Slovenia, non soltanto dalla costa…anche alla gente, che abita vicino a Lubiana, Lubiana sembra distante. E questo problema mi sembra intensificarsi nel corso degli anni. Questo e difficile da comprendere, specialmente a noi che siamo di Lubiana, il perché di questa situazione, ma e cosi, che questa sensazione che Lubiana sia qualcosa di distante, anche se e proprio dietro l’angolo, e un po’ la peculiarita del nostro ambiente. Goran: Quando sono cresciuto io, negli anni ’90, il čefur era chiunque avesse un qualsiasi legame con il meridione: con la Croazia, con la Bosnia, soprattutto con la Bosnia e Serbia. Ossia, o erano i tuoi genitori che erano di la, o eri tu, che eri nato la, oppure il tuo cognome finiva in “-ić”, in ogni caso, eri un čefur, venivi definito cosi, e con questo dovevi viverci. Oggi, mi sembra, che le cose siano abbastanza diverse e il čefur e un segno pop-culturale, un modo di una cultura popolare: nel modo di comportarsi, di vestire. Una cultura… E cosi, molti giovani anche decidono di essere čefuri. Parliamo della seconda,terza generazione, che in verita possono essere anche sloveni, se vogliono. Non e che siano riconoscibili in alcun modo, nessuno li obbliga a esserlo, ma alcuni decidono di essere čefuri in un determinato momento, magari per qualche anno, e poi sono dinuovo qualcosa d’altro. Goran: E poi, ora c’e anche questa differenza fra i čefuri e i migranti, i profughi di adesso, i migranti dall’Africa, dalla Cina: il čefur puo scegliere di esserlo o no. Niente lo distingue nel vederlo. Lui sceglie di avere un’altra identita oppure di nasconderla. Un africano che arriva in Slovenia non puo nascondere il suo essere, la gente che arriva adesso dalla Siria e dall’Afganistan, non puo nascondere il suo essere, o scegliere di essere diversi, loro arrivano, e sono diversi, la gente li vede come diversi. E qua, i čefuri hanno un lieve vantaggio, specialmente la seconda e terza generazione. Goran: A Pirano, e gia da una decina d’anni che ci passo l’estate, ma anche altri periodi dell’anno. E’ difficile non innamorarsi di Pirano, penso che tutti lo sappiamo. Ma non solo di Pirano, ma di tutta la costa slovena, di quella istriana. Chiunque abbia qualunque tipo di legame con questa zona, che non sia solo il venire ogni tanto a visitarla e a farci una nuotata, ce l’ha a cuore. Mia mamma e di Pola, e quindi questo legame con l’Istria per me e sempre esistito, e ho trovato a Pirano solo una storia, una storia che mi portavo dentro, e ho trovato la possibilita, il modo per raccontarla. Goran: Mio papa viene dalla Bosnia. Anche i genitori di mia mamma vengono dalla Bosnia, che sono arrivati nei primi anni ’50, nel ’53, a Buie e poi a Pola. E cosi, in famiglia, e gia presente questo concetto di migrazione. Da piu generazioni, dalla parte della mamma, si sono spostati da stato in stato; sono il primo, per il momento, a non rispettare questa regola. Goran: E sono sempre stato attratto, incuriosito, dalla storia delle citta, che in un momento hanno cambiato i propri abitanti. Questi processi che dopo restano: nonostante, che forse alle volte succede che se ne vada tutta la citta e arrivino nuovi abitanti, succede che la cultura non venga cambiata interamente, ma viene mantenuto un qualcosa di quella cultura. Si crea una miscela interessante. E penso, che cio in Istria, nell’ Istria slovena, nella zona del litorale, si veda benissimo. Si crea una miscela di culture, che a me, visto che ho vissuto a Fužine, e molto vicina. Goran: Penso, che sempre di piu il mondo diventa il mondo dei “čefuri”: oggigiorno e piu facile spostarsi, nonostante tutti i fili spinati, non fermeremo cio. Penso anzi, che ce ne sara sempre di piu, per motivi diversi, la gente continuera a trasferirsi, a migrare. Queste culture, le culture si mescoleranno, e bisogna trovare, pensare di trovare il modo di vivere con cio. Noi cominceremo pian piano a vivere in un continuo cambiamento. Gia ora e in un certo senso cosi. Non ci sara piu un periodo di 50 anni in cui rimane tutto immutato, e poi arriva una guerra, poi cambia un po’, e poi altri 50 anni ancora…ora le cose cambieranno di continuo. Goran: E la nostra prima reazione e quella di tornare alle tradizioni: il mondo, l’Europa sta ritornando alle tradizioni, perché cerca un rifugio. Pero cio, e a breve durata. Questa e paura. E la prima cosa alla quale possiamo aggrapparci, la tradizione, i valori tradizionali. Ma questo durera ben poco: non potremmo porre resistenza con la tradizione ai mutamenti, dovremmo trovare un altro modo. Goran: Grazie anche a voi.


I nostri ospiti della settimana

219 epizod


Il meglio delle interviste proposte nell' arco della settimana a Calle degli orti grandi.A cura di Sergio Rebelli.In onda ogni sabato alle ore 9.

GORAN VOJNOVIĆ-ČEFURI RAUS! INTERVISTA DEL 1 FEBBRAIO 2016

07.06.2016

GORAN VOJNOVIĆ INTERVISTA DEL 1 FEBBRAIO 2016 Domani, mercoledi 8 giugno 2016 alle18, nella sala di lettura della Libreria Minerva di via san Nicolo 20 a Trieste, verra presentato il libro "Cefuri Raus! Feccia del sud via da qui" di Goran Vojnovic, pubblicato da Forum. L'autore dialoghera con la regista Sabrina Morena, lo scrittore e regista Marko Sosič, la curatrice e traduttrice del libro Patrizia Raveggi. Qui sotto ho tradotto gli interventi dello scrittore nell'intervista del 1 febbraio 2016 il cui tema era il suo romanzo "Čefuri Raus!". Goran Vojnović: Nel romanzo Čefuri raus! E' stata proprio la lingua usata a creare il romanzo. Se avessi dovuto scriverlo in uno sloveno letterario probabilmente non l'avrei mai scritto. Nel momento in cui mi e venuta l’idea di scriverlo nella lingua in cui questi ragazzini parlano, o meglio parlavano, perché da quella volta la lingua e cambiata, questi ragazzini, o il ragazzo protagonista che racconta questa storia, che parla il suo slang mescolato ad alcune delle lingue slave meridionali, soltanto in quel momento la storia mi e sembrata vera. Mi e sembrato solo in quel momento che chi l’avrebbe letta, ci avrebbe creduto. Goran: Questa miscela linguistica, ha come base lo slang di Lubiana, che si usava quel periodo, ma, in all’interno di questo slang, si usano, in quanto la maggiorparte di questi ragazzini e anche noi che siamo cresciuti in questo ambiente (Nota: Goran fa riferimento alla zona di Fužine di Lubiana, dove la maggioranza degli abitanti proviene dai Paesi dell’Ex-Yugoslavia), a casa parlavamo un’altra lingua, e poi a scuola, al parco giochi, o davanti al condominio queste lingue hanno iniziato a mescolarsi vivacemente, divenendo a mio parere una fortunata miscela, molto ricca e molto specifica’ particolare, con la quale si riusciva ad esprimere tante cose in un modo abbastanza diverso, che nella lingua letteraria slovena. Goran: Si, ci sono stati altri autori, che hanno provato a scrivere in lingue diverse dalla lingua letteraria slovena, ma forse non in questo modo: devo dire che, io avevo il vantaggio di parlare questa lingua. Nei romanzi avevano gia sperimentato a mescolare varie lingue, ma in questo slang, lo slang dei giovani, non potevi scrivere, se tu stesso non lo parlavi. Goran: Mentre lo stavo scrivendo, volevo che il lettore avesse la sensazione che qualcuno gli stesse raccontando la storia, che tutte le frasi fossero come se veramente fossero dette da un diciasettenne di Fužine. Ho dato forma alla lingua, come se fosse un dialogo per un film, e molte volte mi ripetevo queste frasi ad alta voce, affinché il tutto risultasse convincente. Goran: In questo romanzo, c’e poco di inventato. Ed e lontano dall’essere autobiografico, ma ho raggruppato un gran numero di personaggi, storie, dei racconti, ricordi miei… gli ho riuniti in una storia. Tutti questi personaggi hanno una certa base nella realta, ma sono poi adattati a cio che la storia vuole raccontare; com’e il personaggio, com’e la sua famiglia, e tutto romanzato. Il personaggio principale ha certe similitudini con l’autore, ovvero si allena a giocare a pallacanestro, cresce in una famiglia simile a quella nella quale sono cresciuto io, poi ci sono delle cose assolutamente differenti. Quindi il tutto non e inventato, ma composto, messo insieme in una storia. Goran: Sto riflettendo: nello scrivere c’e sempre una miscela: da una parte osservi il mondo e dall’altra scavi dentro te e nei ricordi personali. Nel primo romanzo, non si osserva tanto, ma andando avanti, nei seguenti libri sempre di piu, sempre di piu ti guardi dentro e vedi come questo mondo fa eco in te. Cosa ti lascia dentro. Non quello che vedi al di fuori, ma quello che poi con una certa distanza vedi quando ne hai gia dimenticato qualcosa, qualcosa hai aggiunto, cio che scrivo e un riflesso di questo mondo reale, dove lo specchio sono io. Goran: Non si tratta di un racconto documentario, anche se la storia di “Čefuri Raus!” sembra sia una sorta di documentario, ma non lo e, neanche lontanamente. Mi sono impegnato a farlo sembrare tale, cosi convincente, ma si tratta di un mondo che ho raccolto in me per 22 anni, non e l’immagine di quello che ho visto in un momento dalla finestra: e la mia esperienza di 22 anni di vita a Fužine, quest’esperienza da “čefur”, questa “čefurita”. (čefur : appellativo con cui gli sloveni chiamano spesso un abitante della Slovenia originario dei Paesi dell’Ex-Yugoslavia; si carica spesso d'una connotazione spregiativa.) E’ un’esperienza di vita in questo mondo multiculturale, tutto questo poi fuso nella storia; come se succedesse tutto in un paio di giorni d’estate. Goran: Fužine e una parte di Lubiana, ma in qualche modo, funziona come se fosse un mondo a parte; specialmente quando cresci, la maggiorparte dei tuoi amici, conoscenti, e la, e ti fermi la, e diventa una sorta di luogo tuo, la tua citta. E percio, e un po’ difficile dire,… beh certo, ufficialmente sono cresciuto a Lubiana, pero la maggiorparte dei miei amici, noi, siamo cresciuti a Fužine, ed abbiamo considerato questa la nostra citta. Quando andavamo a Lubiana eravamo quasi degli stranieri: e comunque un po’ distante, ci sono altre facce, non e poi piu cosi multiculturale, specialmente in quel periodo, oggi ci sono tanti turisti, e differente. Ma questa differenza esiste: l’atmosfera a Fužine e differente di quella del centro cittadino di Lubiana. Ha un ché di rurale e urbano mescolati insieme, che e caratteristico per Fužine. Goran: C’e una specie di confine invisibile dalle parti del Nanos…cambia il clima (nota: si parla della distanza fra la costa e Lubiana nell’intervista) Goran: Il problema di Lubiana, e della Slovenia, e che e distante da diverse parti della Slovenia, non soltanto dalla costa…anche alla gente, che abita vicino a Lubiana, Lubiana sembra distante. E questo problema mi sembra intensificarsi nel corso degli anni. Questo e difficile da comprendere, specialmente a noi che siamo di Lubiana, il perché di questa situazione, ma e cosi, che questa sensazione che Lubiana sia qualcosa di distante, anche se e proprio dietro l’angolo, e un po’ la peculiarita del nostro ambiente. Goran: Quando sono cresciuto io, negli anni ’90, il čefur era chiunque avesse un qualsiasi legame con il meridione: con la Croazia, con la Bosnia, soprattutto con la Bosnia e Serbia. Ossia, o erano i tuoi genitori che erano di la, o eri tu, che eri nato la, oppure il tuo cognome finiva in “-ić”, in ogni caso, eri un čefur, venivi definito cosi, e con questo dovevi viverci. Oggi, mi sembra, che le cose siano abbastanza diverse e il čefur e un segno pop-culturale, un modo di una cultura popolare: nel modo di comportarsi, di vestire. Una cultura… E cosi, molti giovani anche decidono di essere čefuri. Parliamo della seconda,terza generazione, che in verita possono essere anche sloveni, se vogliono. Non e che siano riconoscibili in alcun modo, nessuno li obbliga a esserlo, ma alcuni decidono di essere čefuri in un determinato momento, magari per qualche anno, e poi sono dinuovo qualcosa d’altro. Goran: E poi, ora c’e anche questa differenza fra i čefuri e i migranti, i profughi di adesso, i migranti dall’Africa, dalla Cina: il čefur puo scegliere di esserlo o no. Niente lo distingue nel vederlo. Lui sceglie di avere un’altra identita oppure di nasconderla. Un africano che arriva in Slovenia non puo nascondere il suo essere, la gente che arriva adesso dalla Siria e dall’Afganistan, non puo nascondere il suo essere, o scegliere di essere diversi, loro arrivano, e sono diversi, la gente li vede come diversi. E qua, i čefuri hanno un lieve vantaggio, specialmente la seconda e terza generazione. Goran: A Pirano, e gia da una decina d’anni che ci passo l’estate, ma anche altri periodi dell’anno. E’ difficile non innamorarsi di Pirano, penso che tutti lo sappiamo. Ma non solo di Pirano, ma di tutta la costa slovena, di quella istriana. Chiunque abbia qualunque tipo di legame con questa zona, che non sia solo il venire ogni tanto a visitarla e a farci una nuotata, ce l’ha a cuore. Mia mamma e di Pola, e quindi questo legame con l’Istria per me e sempre esistito, e ho trovato a Pirano solo una storia, una storia che mi portavo dentro, e ho trovato la possibilita, il modo per raccontarla. Goran: Mio papa viene dalla Bosnia. Anche i genitori di mia mamma vengono dalla Bosnia, che sono arrivati nei primi anni ’50, nel ’53, a Buie e poi a Pola. E cosi, in famiglia, e gia presente questo concetto di migrazione. Da piu generazioni, dalla parte della mamma, si sono spostati da stato in stato; sono il primo, per il momento, a non rispettare questa regola. Goran: E sono sempre stato attratto, incuriosito, dalla storia delle citta, che in un momento hanno cambiato i propri abitanti. Questi processi che dopo restano: nonostante, che forse alle volte succede che se ne vada tutta la citta e arrivino nuovi abitanti, succede che la cultura non venga cambiata interamente, ma viene mantenuto un qualcosa di quella cultura. Si crea una miscela interessante. E penso, che cio in Istria, nell’ Istria slovena, nella zona del litorale, si veda benissimo. Si crea una miscela di culture, che a me, visto che ho vissuto a Fužine, e molto vicina. Goran: Penso, che sempre di piu il mondo diventa il mondo dei “čefuri”: oggigiorno e piu facile spostarsi, nonostante tutti i fili spinati, non fermeremo cio. Penso anzi, che ce ne sara sempre di piu, per motivi diversi, la gente continuera a trasferirsi, a migrare. Queste culture, le culture si mescoleranno, e bisogna trovare, pensare di trovare il modo di vivere con cio. Noi cominceremo pian piano a vivere in un continuo cambiamento. Gia ora e in un certo senso cosi. Non ci sara piu un periodo di 50 anni in cui rimane tutto immutato, e poi arriva una guerra, poi cambia un po’, e poi altri 50 anni ancora…ora le cose cambieranno di continuo. Goran: E la nostra prima reazione e quella di tornare alle tradizioni: il mondo, l’Europa sta ritornando alle tradizioni, perché cerca un rifugio. Pero cio, e a breve durata. Questa e paura. E la prima cosa alla quale possiamo aggrapparci, la tradizione, i valori tradizionali. Ma questo durera ben poco: non potremmo porre resistenza con la tradizione ai mutamenti, dovremmo trovare un altro modo. Goran: Grazie anche a voi.


13.08.2021

Ferragosto italiano all'insegna del Green pass

Ferragosto un po' particolare in Italia, con i cittadini obbligati a destreggiarsi tre la regole anti-contagio e l'osteggiato (da alcuni) green pass. Annunciati controlli della polizia in borghese, per evitare assembramenti ed un'attenzione particolare a chi cerca di aggirare i regolamenti, soprattutto con Qr falsi condivisi sui social. Accortezza anche per eventuali "discoteche clandestine".


22.01.2021

L'IMPOSTURE DU MARRONNIER

Debutto internazionale per Mariano Sabatini, giornalista e scrittore. Il suo pluripremiato romanzo "L'inganno dell'ipposcastano" è fresco di stampa in lingua francese per Actes Sud e attualmente dispnibile in Francia, Belgio e Canada. La sua gioia, le sue emozioni e i prossimi impegni affiancati, come sempre, a delle buone letture.


22.01.2018

IL PALAZZO DEL FREDDO

Marco di Tillo affida un nuovo caso all'ispettore Sangermano, laico consacrato che vive in una parrocchia e che oltre a fare il suo mestiere si occupa di ragazzi tossicodipendenti, di emarginati senza tetto e di coppie in crisi.


29.01.2018

IL VAMPIRO DI VENEZIA

Una storia cupa e angosciosa ambientata in una Venezia d'altri tempi, un romanzo che fonda le sue radici in fatti storici e credenze popolari. Il talento di una scrittrice italiana che vive e lavora in Germania, Giada Trebeschi.


12.02.2018

PRIMO VENNE CAINO

Mariano Sabatini e il suo secondo avvincente romanzo "Primo venne Caino" (Salani editore), un thriller con protagonista Leo Malinverno, affascinante giornalista d'inchiesta, alle prese con un serial killer spietato e sfuggente, detto 'il tatuatore".


18.10.2017

NON IO - non solo fotografia

Emanuela Incarbone, intervistata da Marisa Macchi, ci presenta la mostra NON iO - non solo fotografia, progetto collettivo inserito all'interno di Trieste Photo Days, festival internazionale della fotografia urbana che si terra nel capoluogo giuliano dal 24 ottobre al 13 novembre 2017.


18.04.2017

SPICCHIO DI SCIENZA - Farinella & Cervellopoli

Possiamo raccontare per immagini come funziona il nostro cervello? Possiamo spiegarlo ai lettori e alle lettrici piu' giovani? E i fumetti possono essere utili in questo? Queste domande trovano una possibile risposta grazie a una chiacchierata con Matteo Farinella (ricercatore in neuroscienze e divulgazione scientifica e fumettista) alla Fiera del libro per Ragazzi a Bologna dove ha presentato il suo ultimo libro "Belvenuti a Cervellopoli" di Editoriale Scienza.


28.03.2017

SPICCHIO DI SCIENZA - VICHI DE MARCHI - 04.04.2017

La scienza e' un gioco da ragazze? Ci colleghiamo con Vichi De Marchi, giornalista e scrittrice, alla fiera del libro per ragazzi di Bologna, per discutere sui perche' i libri di scienza non vengano considerati adatti a bambine e ragazze. La biografia di Sofia Kovalevskaya raccontata da Vichi De Marchi diventa un esempio per sottolineare il ruolo femminile nella storia, nella societa' e nella scienza.


20.03.2017

SPICCHIO - PAOLA DEL NEGRO & giornata mondiale dell'acqua

Paola Del Negro, direttrice della sezione Oceanografia dell'OGS di Trieste, ci presenta gli appuntamenti in occasione della giornata mondiale dell'acqua 2017, soffermandosi sul tema delle microplastice nell'alto Adriatico.


20.03.2017

CALLE - GIORNATA MONDIALE DELLA METEOROLOGIA

Martedi 21 e mercoledi 22 marzo 2017, in occasione della giornata mondiale della meteorologia, l'ARPA OSMER assieme all’UMFVG predisporra presso il Liceo Scientifico Galileo Galilei di Trieste una serie di laboratori interattivi sulla meteorologia aperti alle scuole medie ed elementari della citta. A condurre le attivita nelle due mattinate saranno gli studenti-tutor del Galilei, volontari di 4a e 5a liceo che hanno seguito un corso specifico extracurricolare di meteorologia, tenuto dall'ARPA OSMER. Sergio Nordio (ARPA OSMER FVG), Furio Pieri (Unione Meteorologica FVG), Sofia Bellina, Elisa Tiberio e Francesca Crocetti (Liceo scientifico Galileo Galilei di Trieste) ci raccontano questa esperienza.


16.03.2017

SPICCHIO DI SCIENZA - workshop CITIZEN SCIENCE & MISURAZIONE RADIOATTIVITA' (ICTP)

Marco Zennaro ci racconta cosa sta succedendo al Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam: un workshop di tre settimane per realizzare sensori per la misurazione della radioattivita'. 27 partecipanti da 25 paesi diversi si sono riuniti a Trieste per porre le basi di un progetto di citizen & science.


16.03.2017

CALLE - SAVIANE & SETTIMANA DEL CERVELLO 2017

In occasione della settimana del cervello 2017 Chiara Saviane, project manager del Master in Comunicazione della Scienza della SISSA, ci presenta il calendario di eventi in programma a Trieste.


20.03.2017

TIRAMISUDAY

Con Gigi Padovani, autore insieme a Clara Padovani di "Tiramisu. Storia, curiosita, interpretazioni del dolce piu amato" (Giunti Editore) a Eataly Trieste per festeggiare il Tiramisuday, ma soprattutto per conoscere le origini del dolce italiano piu famoso nel mondo.


07.03.2017

SPICCHIO DI SCIENZA - CARLO CARZAN & ALLENAMENTE

Come mantenere in forma il nostro cervello durante la Brain Awareness Week 2017? Giocando! Ce lo insegna il libro "ALLENAMENTE - giochi, attivita' e trucchi per allenare il cervello" pubblicato da Editoriale Scienza e presentato ai microfoni di Radio Capodistria da Carlo Carzan, coautore assieme a Sonia Scalco.


07.03.2017

SPICCHIO DI SCIENZA - Ramella & Trappist-1

SPICCHIO DI SCIENZA ci porta in una nuova orbita. Assieme a MASSIMO RAMELLA, astronomo INAF Trieste, parliamo della scoperta del nuovo sistema planetario Trappist-1.


28.02.2017

CALLE DEGLI ORTI GRANDI - EVA DE MARCO & TEDxUDINE

Eva De Marco ci presenta l'evento TEDxUdine che questo 3 marzo 2017 tingera di rosso e di storie interessanti il castello di Udine.


27.02.2017

SPICCHIO DI SCIENZA - MICHELE REBESCO & OGS EXPLORA

Navighiamo verso il Mare di Ross in Antartide e ci colleghiamo con la spedizione OGS Explora dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale. Undici ore di fuso orario ci separano da Michele Rebesco, geofisico e membro della missione, che in quest'intervista ci spiega gli obiettivi scientifici e la routine giornaliera della spedizione nel continente bianco.


14.02.2017

SPICCHIO DI SCIENZA - FABIO TOMASI - 21.02.2017

FIESTA e uno dei quattro progetti che la Commissione Europea ha individuato come “best practice” per l’adozione delle misure presenti in “Energia pulita per tutti gli europei”, il programma che promuove la transizione verso un’economia green attraverso azioni capaci di accelerare l’innovazione e la competitivita delle imprese europee con investimenti in tecnologie pulite ed energie rinnovabili. Ne parliamo con FABIO TOMASI di AREA Science Park, responsabile del progetto.


21.02.2017

CALLE - Stefano Bessoni & stop motion

Stefano Bessoni - registra, illustratore e autore - e il tutor d’eccellenza del workshop ‘SULLE ORME DI TIM BURTON – BURATTINI PER STOP MOTION’ a cura di Associazione Culturale Mattador. Il workshop diventa il pretesto per raccontare in diretta telefonica come si realizza un puppet e un’animazione stop-motion e le meraviglie di questa forma d’arte.


14.02.2017

CALLE DEGLI ORTI GRANDI - Rosy Russo per Parole O_Stili

Parole O_Stili e una community trasversale di giornalisti, manager, politici, docenti, comunicatori e influencer per contrastare l’ostilita dei linguaggi nei media, in particolare in rete. Parole O_Stili e un progetto collettivo nato per far riflettere sulla non neutralita delle parole e sull’importanza di sceglierle con cura. L’iniziativa avra il suo primo momento di confronto il 17 e 18 febbraio a Trieste. Ne parliamo al telefono con l’ideatrice Rosy Russo.


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